
Tutti i numeri di questa Italia Guardando ai numeri poco di quello che la politica italiana ha fatto negli ultimi decenni è stato di grande aiuto. Qualche dato sull’Italia, estrapolato da fonti esterne e siti di statistiche economiche: Deficit di bilancio ininterrotti da 30+ anni 4° rapporto Debito pubblico/PIL più alto del mondo 5° economia a crescita più lenta del mondo dal 2000 ad oggi 2000-2016: +1% totale di crescita (totale, non all’anno) Peggio: solo Yemen, Zimbabwe, Grecia e Rep. Centrafricana Cina +325%, USA +33% Mercato del lavoro in calo complessivo da 10+ anni 10° livello più alto di NPL (prestiti non performanti) del mondo Austerità? Spesa sempre in aumento sia a livello assoluto che pro capite dal 2010 Deficit/PIL > 33% rispetto alla media UE BCE primo acquirente netto di debito pubblico italiano Italia: terzo maggior beneficiario del QE dopo Giappone e Svizzera 5° maggior onere fiscale al mondo 2° livello di tasse sui salari dei paesi sviluppati 79° al mondo per libertà economica (2° peggiore tra i paesi sviluppati)
49° al mondo per la competitività 45° al mondo per il business 47 anni di età media: i più alti del mondo con Germania e Giappone Peggior rapporto al mondo tra lavoratori e anziani pensionabili: 1.5 L’Euro non ha aiutato l’economia italiana. Non lo hanno fatto nemmeno i livelli extra di regolamentazione che derivano dall’essere nell’UE e nella zona Euro. Tuttavia, questi fattori hanno solo esacerbato i problemi economici sottostanti dell’Italia, non li hanno causati. La recente inclinazione di molti critici dell’Eurozona a condensare la totalità dei problemi dell’Italia sull’Euro e sull’austerità non considera il vero punto critico. Il consenso generale è che una vera crisi non ci sarà perché “non conviene a nessuno” Vero. Ma Borsa e BTP sono da mesi al ribasso e sono su un frangente tecnico critico, sotto il quale le tensioni potrebbero entrare in fase di forte (anche se magari solo momentaneo) disequilibrio. Per quanto si possa guardare con interesse e simpatia al progetto e ai suoi obiettivi (teorici), i numeri dimostrano che con le parole siamo a zero. L’unica cosa che non è sul tavolo nelle attuali trattative tra la BCE, la UE e Italia è l’unica cosa di cui l’Italia ha disperatamente bisogno: un piano per renderla economicamente competitiva di nuovo
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