E’ questo il principio di diritto enunciato dalla Corte di cassazione nel testo dell’ordinanza n. 32823 del 19 dicembre 2018.

Questo, sia per quanto riguarda il trasferimento dell’azienda o della partecipazione dal disponente al discendente (dal padre Sempronio al figlio Tizio ad esempio), fatta salva la sussistenza delle condizioni di esenzione; sia per quel che concerne la corresponsione di una somma compensativa della quota di legittima dall’assegnatario dell’azienda (o della partecipazione) ai legittimari non assegnatari (da Tizio al fratello Caio “lasciati fuori dall’azienda”, ad esempio)

Questa ultima corresponsione è assoggettata ad imposta in base all’aliquota ed alla franchigia relative al rapporto tra assegnatario e legittimario: nel nostro esempio, sulla somma da corrispondere da Tizio a Caio, fratelli, verrà applicata una aliquota del 6% per il valore dell’attribuzione che ecceda la franchigia di 100mila euro per ciascuna attribuzione (come attualmente previsto )