Non esiste alcun divieto alle donazioni tra coniugi (pensiamo ai regali reciproci). Naturalmente, dietro la donazione, non deve sussistere uno scopo illecito. Come si fa una donazione di denaro tra coniugi? Fino a 1.999,99 euro si può procedere in contanti. Oltre questo importo, si deve per forza eseguire un bonifico bancario. Per importi rilevanti, occorre un atto pubblico, redatto da un notaio, davanti a due testimoni. La legge non dice l’esatto limite a partire dal quale scatta l’obbligo di tale procedura: va rapportato alle condizioni economiche del donante. Se il denaro, anche cospicuo, viene elargito per l’acquisto di un bene specifico – una casa, un gioiello, un’auto, ecc. – non occorre il notaio: la Cassazione ha spiegato che in questi casi – definiti donazione indiretta – non c’è bisogno dell’atto pubblico se il successivo atto di acquisto specifica la provenienza del denaro. Non vanno dichiarate all’Agenzia delle Entrate (e, non si pagano tasse) le donazioni di denaro fino a un importo massimo di 1 milione di euro. Oltre questa cifra, andranno riportate nella dichiarazione dei redditi e, bisognerà versare un’imposta pari al 4% (solo sull’eccedenza). Optando per un bonifico, come causale basterà indicare “donazione”, “regalia”, “contributo per acquisto di…” ecc. La forma è libera. Se la coppia si separa, le donazioni non vanno restituite, a meno che non sia stata rispettata la forma dell’atto notarile, quando richiesto. In quel caso, il donante può richiedere la restituzione del denaro in qualsiasi momento, senza limiti di tempo. La revoca della donazione non scatta neanche in caso di tradimento o, di altri comportamenti illeciti del coniuge che comportino il cosiddetto addebito nella separazione e divorzio. Resta escluso il caso di indegnità, in presenza di gravissimi reati. Infine, ci si domanda se lo scambio di denaro tra coniugi sia una donazione o prestito? Insomma, chi ti chiede indietro i soldi deve dimostrare – con testimoni o, meglio, con un documento scritto – che si è trattato di un prestito. Altrimenti, non devi ridargli i soldi. Anche voi avete donato al vostro coniuge? Avete adottato la forma giusta? Meglio chiedere ad un consulente. E, se amico, meglio.

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