Le ultime settimane sono state caratterizzate da alcune notizie che hanno avuto un importante impatto sui mercati finanziari e, come spesso succede, una rinnovata emotività dei risparmiatori. A tenere banco, il ritorno dell’inflazione. Ma cosa significa tutto ciò? Quali conseguenze per i mercati finanziari e, per i nostri risparmi? Proviamo a spiegarlo in modo molto semplice.
L’inflazione è un aumento del livello generale dei prezzi. La crescita economica spinge consumatori ed imprese ad incrementare la spesa per l’acquisto di beni e servizi. Nella fase espansiva di un ciclo economico, la domanda tende a superare l’offerta ed i produttori possono innalzare i prezzi, per cui l’inflazione aumenta.
Le banche centrali controllano l’inflazione regolando l’attività economica, aumentando o riducendo i tassi di interesse a breve termine: una riduzione dei tassi incoraggia le banche ad indebitarsi presso altre banche per aumentare l’offerta di moneta sul mercato e, concedere così maggiori prestiti a consumatori ed imprese, stimolando la spesa e, l’attività economica. Quando la crescita economica accelera, l’inflazione aumenta. Quando questo accade, le banche centrali aumentano i tassi a breve, scoraggiando l’attività economica e, la spesa, cosicché i prezzi tornano a ridursi
Ma cosa succede sui mercati finanziari in caso di aumento dei tassi? La prima conseguenza è che il mercato obbligazionario, poco appetibile per chi cerca rendimenti, oggi in molti casi negativi, tornerebbe ad essere al centro dell’attenzione da parte degli investitori, che dirotterebbero quindi parte delle risorse che oggi nutrono l’azionario: quando i tassi salgono infatti, la prima cosa che si adegua sono i rendimenti delle nuove emissioni obbligazionarie, che presenteranno cedole più elevate. Quindi, più i rendimenti del reddito fisso scendono, più si apprezzano le valutazioni dei titoli ad alta crescita (come i tecnologici per esempio); quando i rendimenti dei titoli obbligazionari salgono, come nel caso delle ultime settimane, ecco che scendono le quotazioni dei titoli azionari. I mercati azionari pagano dazio nel breve.
Attenzione: molti investitori acquistano titoli a reddito fisso perché desiderano un flusso di reddito stabile, generalmente sotto forma di cedole. Tuttavia, in pochi considerano che il tasso d’interesse (o cedola) della maggior parte degli strumenti a reddito fisso rimane invariato fino alla scadenza e, all’aumentare dell’inflazione, il valore reale degli interessi diminuisce. Non solo: l’inflazione erode anche il valore facciale degli strumenti a reddito fisso, elemento anche questo troppo poco considerato dai risparmiatori. Infatti, con una inflazione annua al 2%, il valore facciale di una obbligazione a cinque anni di 100 euro, corretto per l’inflazione, scenderà a circa 88 euro, nei cinque anni di vita dell’obbligazione.
In conclusione, l’inflazione sta accelerando ed è quindi possibile un aumento della volatilità nel breve, sia sul versante obbligazionario che azionario. Se infatti, su orizzonti brevi, un aumento dell’inflazione può acuire l’incertezza economica, provocando una revisione al ribasso delle previsioni sugli utili aziendali ed il conseguente ribasso dei corsi azionari, facendo privilegiare scelte obbligazionarie, su orizzonti temporali più lunghi le azioni sono un ottimo investimento, perché le imprese possono incrementare i prezzi dei loro prodotti che, a loro volta, possono tradursi in maggiori profitti.
La soluzione? La pianificazione per obiettivi, come sempre. Evitiamo attività di trading forsennato, vendendo e comprando sulla notizia o, sull’emotività. Evitiamo le mode del momento, spesso fuggevoli. Sono il mercato ed il tempo che ci aiutano a raggiungere i nostri obiettivi di vita. Ovviamente, accanto alla razionalità, occorre essere consapevoli di ciò che vogliamo ottenere.
Prendo spunto da una frase di una nota psicoterapeuta “solo con livelli di conoscenza e di consapevolezza di se be integrati si può abbracciare la propria vita”. E, aggiungo, raggiungere le proprie mete finanziarie. Forse meglio chiedere ad un consulente, non credete?

Buone riflessioni. Complimenti
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Grazie Massimo.
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